I castelli ristrutturati con il Superbonus. Dopo il Foglio anche “Farwest” indaga sul caso

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Fra i 500 mila edifici che hanno usufruito della misura bandiera del governo Conte II ci sono anche dimore storiche (private). Per legge dovrebbero essere aperte al pubblico, ma nessuno ne sa nulla. Una nuova inchiesta stasera su Rai 3

A distanza di anni, il Superbonus non smette di far discutere. E dopo gli articoli del Foglio, anche Farwest si occupa dei “castelli del Superbonus”, ovvero le dimore storiche ristrutturate grazie agli incentivi introdotti dal governo Conte II nel 2020.
Stasera, su Rai 3, la trasmissione di Salvo Sottile tornerà sul tema, approfondito più volte da questo giornale, con il contributo di Luciano Capone. Il giornalista del Foglio interverrà nel corso della puntata per ricostruire la vicenda e il cortocircuito sul Superbonus.
Come raccontato lo scorso 26 febbraio, tra i circa 500 mila edifici ristrutturati con la misura ci sono anche otto “castelli” privati distribuiti tra Piemonte, Lombardia, Lazio e Basilicata (dati Enea), per un costo complessivo di circa un milione di euro (1.082.833,15 euro, costo medio: circa 135 mila euro). Tali dimore storiche dovrebbero essere aperte al pubblico, era questa la condizione per poter ottenere le sovvenzioni, ma nessuno ha idea di dove si trovino e quando saranno davvero accessibili. A rendere possibili le ristrutturazioni, inizialmente escluse, è stato nel 2021 l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, che ha esteso il bonus edilizio del 110 per cento anche agli edifici di categoria catastale A/9 (cioè castelli e palazzi storici) purché, appunto, visitabili dal pubblico per almeno 12 giorni l’anno.
Eppure, "al ministero della Cultura, da quanto risulta, non è stato trasmesso alcun atto di impegno" in questo senso, ha detto il ministro Alessandro Giuli in un question time di qualche giorno fa. Ricordando, (come avevamo già scritto qui) che l'unico dato in possesso degli uffici ministeriali riguarda il castello medievale di Gioiosa Ionica in Calabria, il quale - a seguito della sottoscrizione della convenzione tra proprietari e comune - sarà aperto al pubblico a partire da gennaio 2026.




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